Love Lessons - Capitolo 19 + Epilogo

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.sSaGO!
view post Posted on 9/11/2012, 21:25




TITOLO: LOVE LESSONS
AUTORE: .sSaGO!
PAIRING: Inoobu (principale) Yamajima, Hikato, Tadaiki, Chiitaro
GENERE: Schoolife, fluff, angst, romance
RAITING: Pg-13
TRAMA: In una scuola di affascinanti fanciulli ricchi ma idioti girano persone intelligenti ma con un 3 in materia amorosa, per loro c'è un insegnante speciale che, in cambio di cibo, è disposto ad insegnargli i più incredibili segreti della seduzione


LISTA CAPITOLI


Diciannovesima Lezione

Erano passati cinque lunghi giorni e nessuno dei sue fratelli, Inoo e Chinen, dava segni di risveglio.
Yabu e Morimoto si alternavano per fare visiti prima all'uno e poi all'altro, stringendo un'amicizia basata sulla sofferenza per la persona che si ama. Yabu ammirava Ryutaro che ogni giorno, finita la scuola, si presentava in ospedale, restando fermo davanti al letto di Chinen, parlandogli della sua giornata, di quanto lo amasse... Mentre Morimoto ammirava Kota che ogni giorno si sforzava di sorridere, sottopendosi ad ogni tipo di controllo che i medici gli dicevano di fare, preparandosi per quell'intervento che avrebbe determinato la vita o la morte della persona amata.

"Pensi si sveglierà?" Chiese Keito a Hikaru che stava compilando una pila di scartoffie
In quegli ultimi giorni si era ammazzato di lavoro per cercare di evitare il sorriso falso di Kota che cercava di darsi forza da solo.
Poggiò la penna sul tavolo, guardando le foto di Kei e Kota sulla scrivania.
"Non lo so, Keito, non lo so proprio..." Sospirò, poggiando la schiena sullo schienale della sedia.
"Kota è davvero fantastico..." Disse Keito, guardando la sua foto.
"Per cosa? Per fingere di essere forte quando vorrebbe piangere e distruggere tutto? Sta subendo dei controlli dolorosi, perché stiamo cercando di evitare qualsiasi problema ci possa essere durante l'intervento per l'estrazione del midollo, ma...lui non sente dolore, non sente niente, è un guscio vuoto..." concluse, abbandonando la sua testa tra le sue mani.
"Non è per questo..." Disse Keito, facendo sollevare la testa al ragazzo biondo.
"Anche in una situazione del genere, lui riesce sempre ad insegnarci qualcosa in più..."
"Che vuoi dire?"
"Beh, questa potrebbe essere considerata come una lezione, no? Amare una persona con tutto te stesso fino alla fine..."
"L'ultima lezione d'amore, eh?" Sorrise, in fondo Yabu era davvero il loro insegnante.

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"Kota, domani ci saranno gli ultimi controlli allergici, dopodiché, procederemo con l'intervento..." Gli disse Hikaru, cercando di essere il più tranquillo possibile. Kota ebbe un brivido.
"Stai bene?" Gli chiese il medico, preoccupato.
"Sì, tutto bene..."
Hikaru lo guardò profondamente, facendogli abbassare lo sguardo.
"Kota, se ti senti male, devi dirmelo, qualunque dolore o malattia potrebbe causare la morte di entrambi...è davvero tutto ok?" Chiese ancora una volta, facendo sospirare l'altro.
"Ho...paura...lo so, sono un idiota, dovrei essere felice di salvare la persona che amo, ma se poi non si sveglia? Se l'intervento va male? Se il dolore è troppo forte per me? Ho davvero tanta, troppa paura Hika..."
il ragazzo biondo lo guardò sorridendo.
"Finalmente hai ammesso i tuoi sentimenti..."Disse, arruffandogli i capelli.
"Kota, avere paura è umano, penso che al tuo posto, io, mi sarei lasciato tutto alle spalle, non ce l'avrei mai fatta a passare quel che hai passato tu..." Si sedette sul letto del paziente, per guardarlo meglio negli occhi.
"Hai avuto molto coraggio per arrivare fin qui e capisco che se l'intervento andrà male la persona che starà peggio sarai tu, ma ricorda Kota, che non sei da solo, qualunque cosa accadrà, noi siamo qui, non lasciarti sopraffare da sentimenti negativi, hai una lunga vita, hai tutto il tempo che vuoi per trovarti un'altra felicità..."
Kota guardò il suo amico.
"Hika, le tue parole mi feriscono, è come se...fossero prive di speranza..."
"Mi dispiace" Disse l'altro "non volevo dire niente di triste, ma alla fine ho peggiorato le cose..."
Yabu si alzò dal lettino, arruffando lui i capelli dell'altro "Ci sarai anche tu domani, quando mi estrarranno il midollo?" Chiese sorridendo.
"Sì, non posso partecipare all'operazione, inquanto medico tirocinante, ma ti sarò accanto fino alla fine. Ora dormi, domani ti aspetta una lunga giornata..." Concluse lasciando il più grande solo nella stanza.

"Hai intenzione di non dirglielo?" Gli chiese una voce appena uscito dalla stanza
"Keito, mi hai spaventato!" Rispose, ignorando quel che aveva detto l'altro, avanzando verso la sua scrivania.
"Devi dirglielo Hika..."
"Non puoi leggere le schede dei pazienti, Keito..." Gli disse, evitando ancora quello che gli aveva detto.
"E tu non puoi impedire che i familiari sappiano ciò che accade al paziente"
"Per quanto ne so io, le uniche persone registrate come familiari sono lo zio che è introvabile e il fratello che è in coma in una stanza di questo ospedale..."
Keito rimase in silenzio, sorpreso da quelle parole appena uscite dalla bocca del suo ragazzo.
"Non puoi aver detto una cosa del genere..." Disse, restando immobile.
"Kota sta facendo di tutto per rivedere il sorriso della persona che ama, devi dirglielo!"
"CHE COSA DOVREI DIRGLI KEITO? CHE INOO KEI NON ARRIVERA' ALLA FINE DI DOMANI? CHE TUTTI I CONTROLLI CHE HA FATTO FINO AD ORA SONO STATI INUTILI?" Gridò sorprendendo l'altro, facendogli uscire delle lacrime.
Restarono in silenzio per qualche minuto.
"Mi dispiace" Disse Hikaru "Non volevo alzare la voce, ma non ce la faccio a dirglielo, Kota...ha ancora la speranza di rivedere Kei..."

"Yuya, allora? Cosa ha detto Hika?" Chiese Arioka, appena vide tornare l'altro ragazzo.
Era andato a cercare Hikaru per chiedergli di Kota, com'era la situazione, quando avrebbe fatto l'intervento, ma mentre vagava per i corridoi, delle grida avevano attirato la sua attenzione, finendo per ascoltare la triste verità sul loro amico.
Guardò Arioka, che attendeva la sua risposta, lo immaginò il giorno successivo in lacrime, disperandosi per aver perso il suo amico d'infanzia, immaginò Kota, senza lacrime, ne aveva versate abbastanza, ma senza neanche la capacità di pensare, un guscio vuoto, senza sentimenti, senza emozioni, immaginò Hikaru, in lacrime, dandosi la colpa per non essere stato in grado di salvarlo, e tutti gli altri in lacrime nel vedere le persone a cui volevano bene distruggersi.
"Inoo Kei, se domani muori ti prenderò a pugni" Disse sottovoce, cercando di non farsi sentire da Arioka che si avvicinava all'altro preoccupato.
"Yuya, tutto bene?" Chiese, ma di nuovo non ottenne risposta, il più grande lo afferrò e lo strinse a sé, lasciandolo stordito.
"E' successo qualcosa?" Chiese, sorpreso dal gesto
"No, avevo solo voglia di abbracciarti..." Rispose, facendolo sorridere.

Il giorno dopo arrivò splendente, ma Kota non se ne accorse, nonostante Hikaru gli avesse detto di dormire, lui si alzò nel bel mezzo della notte ed entrò in terapia intensiva, passando tutte le ore a fissare quel letto nella stanza a vetri.
"Kei-chan, oggi estrarranno il mio midollo osseo e domani farai l'intervento, se tutto andrà bene saremo in grado di rivederci di nuovo..." Disse, poggiando la sua mano sul vetro, nella speranza di una qualche risposta da parte dell'altro.
"Stai sognando Kei-chan?" Chiese, attendendo ancora un'impossibile risposta.
"Stai sognando me?" Attese ancora "Io ti sogno tutte le notti, tutti i giorni vedo la tua presenza, ma non mi basta..." Ancora un secondo di silenzio "Kei, voglio il tuo calore, voglio il tuo sorriso..."
Fece un lungo respiro e si sedette su una sedia dove avrebbe passato il resto delle ore, aspettando il suo turno per entrare nella sala operatoria.

Nonostante Yabu pensasse che nessuno si fosse accorto della sua fuga nel reparto intensivo, in realtà Hikaru lo aveva visto, stava per entrare nella stanza, per dirgli di tornarsene in camera, ma le parole di Yabu lo fermarono. Decise di lasciarlo insieme al suo amato ancora per un'ultima volta. Si lasciò scivolare lungo la porta, dando vita a tutte le lacrime che aveva in corpo.
"Mi dispiace Kota, mi dispiace tanto, ma non ce la faccio a distruggerti quell'ultimo frammento di speranza che ti rimane..."

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"Sei pronto?" Chiese il medico tirocinante al paziente.
"Come ho già detto, ho paura, ma sì, sono pronto..." Rispose Kota, con il suo solito sorriso finto che aveva montato su da cinque giorni circa, ma nonostante fosse falso, era tutto ciò di cui Hikaru avesse bisogno per essere sicuro che il suo amico stesse bene.
"Sta arrivando l'anestesista, quindi metteremo la morfina, ti sentirai un po' stordito, ma non preoccuparti andrà tutto bene"
"Hika, non sono preoccupato, non è l'intervento che mi fa paura, è il risveglio..." Disse, cominciando a sentirsi stanco e stordito.
"Hikaru, fai parlare il paziente finché non si addormenta" Gli disse un dottore presente, ma un caos di voci invase la sala operatoria.
"Cos'è successo?!" Chiese una voce, ma Yabu non poteva vedere bene cosa stesse accadendo.
"Hikaru, qualcosa non va?" Si voltò per guardare il suo amico, ma questo aveva un'espressine spaventata ed estremamente preoccupata.
"Hikaru..." Continuò a dire, tentando di alzarsi per vedere cosa fosse tutto quel baccano, ma appena si sollevò, Hikaru si voltò e gli ordinò di rimettersi sdraiato, ma quello che Kota vide fu il suo Kei, sanguinante, più pallido che mai, voleva chiedere ai dottori presenti cosa stesse accadendo, ma la sua voce non usciva, la testa gli doleva e le voci erano lontane, la vista gli si offuscò e prima di cadere in un profondo sonno sentì il suono continuo della macchina che riproduceva il suono del battito di Kei, indicandone la morte.

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Un suono alternato lo fece svegliare, probabilmente i battiti del suo cuore riprodotti da una macchina.
Aprì lentamente gli occhi, osservando un soffitto bianco.
Bianco.
Quindi era quello il colore corrispondente alla parola "bianco", lo aveva dimenticato.
Sentì un peso sul suo corpo, rendendosi conto che, oltre alla macchina, c'era un altro suono nella stanza. Singhiozzi.
Cercò di vedere chi o cosa ci fosse sul suo letto, notando una testa nera.
Nero.
Amava quel colore, rappresentava la persona di cui era innamorato.
Allungò la mano verso quella persona, piangeva.
Gli sfiorò lentamente i capelli, facendolo sobbalzare.
Il ragazzo lo guardò per un attimo spaventato, poi si gettò fra le sue braccia.
"Chii!" Gridò, con un tono misto a gioia e dolore.
"Chii!" Gridò ancora e ancora, stringendolo sempre più forte.
"Sono sveglio, Ryuu" Disse, capendo di aver dormito per molto, nonostante per lui, erano passate solo una o due ore dall'intervento.
"Dov'è mio fratello Ryuu?" Chiese, facendo diventare silenzioso l'altro.
Morimoto si staccò dal ragazzo, cercando di guardarlo negli occhi.
"Mi dispiace..." Disse, ricominciando a piangere.
"Mi dispiace tanto, Chii" Disse di nuovo, singhiozzando come non ci fosse domani.
"Mi dispiace..." Disse ancora, abbracciando il più grande.
"Ryuu, dov'è Kei-nii?" Chiese nuovamente, cominciando a sua volta a piangere.


TITOLO: LOVE LESSONS
AUTORE: .sSaGO!
PAIRING: Inoobu (principale) Yamajima, Hikato, Tadaiki, Chiitaro
GENERE: Schoolife, fluff, angst, romance
RAITING: Pg-15
TRAMA: In una scuola di affascinanti fanciulli ricchi ma idioti girano persone intelligenti ma con un 3 in materia amorosa, per loro c'è un insegnante speciale che, in cambio di cibo, è disposto ad insegnargli i più incredibili segreti della seduzione


LISTA CAPITOLI


EPILOGO

Sette anni dopo.

"A quanto pare, hanno tutti ricevuto l'invito!" Disse Takaki emozionato ad Arioka.
"Già, è passato molto tempo da quando ci siamo riuniti tutti così" Rispose l'altro, con un po' di tristezza nelle sue parole.
Erano passati molti anni dall'ultimo incontro con i loro amici, ognuno aveva preso strade diverse e mai nessuno avrebbe immaginato si sarebbero incontrati ancora, finché, un giorno, ognuno di essi ricevette una lettera da Yuto Nakajima intitolata "In memoria dei vecchi tempi...", non c'era scritto molto all'interno della lettera, solo una frase: "Tra un mese, nella nostra biblioteca".
Per molti potrebbe sembrare insignificante, ma per ognuno di loro, quella frase, era un frammento di memoria e contando un mese preciso dopo la scrittura della lettera, si aveva una data alla quale nessuno poteva mancare.
Takaki e Arioka si fermarono ancora un secondo ad ascoltare le voci provenienti dalla biblioteca del loro liceo, diventato ormai di qualcun'altro. Le loro valige accanto ai piedi.
"Allora? Entriamo?" Chiese il più grande, ricevendo un segno affermativo dall'altro.
Aprirono lentamente la porta ed un gruppo di persone, non troppo diverse da come le avevano lasciate, si voltò verso di loro con un sorriso stampato sul volto.
"Bentornati in Giappone!" Gridò divertito un ragazzo biondo vestito da cane.
"Com'è la Francia?" Chiese il ragazzo che reggeva il collare dell'animale, che, se la memoria non li ingannava, doveva esere Keito.
"Non molto diversa, in realtà" Rispose il più piccolo, poggiando una confezione bianca sul tavolo.
"Cos'è?" Chiese, data l'altezza, Yamada.
"Dolci, sono un pasticcere, quindi vi ho portato qualche creazione!"

Stavano tutti chiacchierando sulla loro vita attuale quando un ragazzo alto entrò nella stanza.
"Yuto! Come hai fatto?" Chiese Takaki, appena lo vide.
Il ragazzo più giovane restò fermo al suo posto, guardando l'altro con aria interrogativa
"A far cosa?" chiese
"A farci riunire qui..."
Yuto sorrise.
"Ricordate quando ho detto di voler diventare preside di un liceo?" Chiese, facendo annuire i presenti.
"Beh, questa è la mia scuola!" Concluse soddisfatto, indicando l'edificio circostante.
"Quindi...hai esaudito il tuo sogno..." Disse Arioka, ricordando il discorso fatto sul loro futuro.
"Anche tu e Takaki, no, Dai-chan?" Chiese, ricevendo un sorriso come risposta.

Effettivamente, in quegli anni, ognuno aveva realizzato, più o meno, il proprio sogno:
Takaki e Arioka si erano trasferiti in Francia, aprendo una catena di pasticcerie molto rinomata, Yuto era diventato preside della scuola che sognava, Yamada aveva lasciato perdere gli studi per diventare avvocato e si era dato al mondo dello spettacolo, diventando un popolare cantante amato da molte ragazze (cosa che Yuto odiava), Hikaru era partito per l'Africa proprio quando stava per aprire l'ospedale con Keito, il quale dovette iniziare tutto da solo, ma lo continuarono a mandare avanti insieme al ritorno del più grande. Ognuno di loro era riuscito a raggiungere quella felicità che avevano sempre sperato.

"Siamo tutti?" Chiese Takaki, guardando gli amici.
"No, manca Kota, la persona più importante di questa giornata" Rispose Hikaru-cane.
"Dov'è?" Domandò ancora Takaki, ansioso di rivedere il cugino.
"Al cimitero" Disse Yuto "Mi ha detto che oggi doveva assolutamente andarci."

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Il freddo di gennaio penetrava nei vestiti, causando quel pizzicorio fastidioso del gelo. Il cimitero era quasi deserto, ma tra le lapidi si poteva scorgere un ragazzo con una rosa bianca in mano che stava probabilmente pregando.
Poggiò delicatamente la rosa sul freddo marmo grigio, inginocchiandosi per leggere meglio quella scritta che si stagliava come un graffio, distruggendo l'armonia del materiale. "Inoo" diceva.
Allungò una mano verso quelle lettere, accarezzandole.
"Una rosa bianca, simbolo di purezza" Disse, alzandosi in piedi.
"Grazie" Disse ancora "Grazie per aver-"
Non riuscì a finire la frase che ricevette un colpo alla testa da un ragazzo accanto
"Perché stai ringraziando!?" Chiese infastidito e imbarazzato
"Mou! Kei-chan, mi hai fatto male!" Disse, massaggiandosi la parte colpita.
"Te lo meriti! Andiamo, ci stanno aspettando" Concluse l'altro, avviandosi alla macchina.
Yabu sorrise guardando il volto rosso del suo ragazzo, si voltò per guardare la lapide un'ultima volta.
"Grazie per averlo lasciato a me..." Disse, concludendo la frase che stava dicendo, correndo verso la persona che amava, salutando i genitori di Kei.

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"BUON COMPLEANNO KOTA!" Un grande coro li accolse nella biblioteca.
"Che significa?" Chiese il festeggiato, sorpreso "Pensavo che ci dovevamo vedere solo con Yuto e Yamada.."
"Se sapevi chi fossero gli invitati, che razza di sorpresa sarebbe stata!" Disse il ragazzo alto, sorridendo soddisfatto della riuscita del suo regalo.
Passarono tutta la sera a divertirsi, a cantare, giocare, scherzare, ricordando i vecchi tempi, dove quella biblioteca aveva rappresentato la loro gioventù.
"Anche voi due avete cominciato a lavorare insieme, vero?" Chiese Arioka, interessato alla storia dei due amanti.
"Già, io come architetto, Kou-chan come il capo di una catena di costruzioni edili, in pratica è il mio superiore"
"Yuri invece sta finendo gli studi universitari, vero?" Chiese ancora
"Sì e come regalo per la laurea mi ha chiesto una casa dove possa vivere con Ryu-chan, mi sento come un padre che deve abbandonare la figlia" Disse ridendo, guardando verso il suo ragazzo che si avviava verso il terrazzo.

"Tutto bene?" Chiese, vedendolo sdraiato sul bordo.
Attese qualche secondo, ma non ottenne risposta.
"Kou, stai bene?" Chiese ancora, avvicinandosi verso la figura distesa.
"KOU-" Stava per scuoterlo, ma la mano dell'altro lo afferrò, facendolo cadere a terra, ritrovandosi sotto il corpo del più grande.
"Kou, stai bene?" Chiese ancora, notando uno strano sguardo negli occhi dell'altro.
"E' da questa mattina che ti comporti in modo strano" gli fece notare "Mi hai anche supplicato di portarti dai miei genitori..."
"Ti amo" Rispose l'altro, ignorando il discorso del più piccolo che era arrossito a quelle parole.
"Ti amo davvero" Disse ancora, fissando quegli occhi neri che lo guardavano imbarazzati.
Restarono così, a fissarsi, per qualche minuto, finché il più grande non cominciò a baciare le labbra dell'altro, passando poi al collo, scendendo sembre più in basso, sempre più in basso "FERMO!" Gridò Kei, sorprendendolo
"Quante volte ti ho detto di non farlo in luoghi pubblici!" Kota sorrise, avvicinandosi all'orecchio del più piccolo
"Ma oggi è il mio compleanno" Sussurrò, facendolo irrigidire al contatto della pelle con il respiro.
"Maniaco! Ti faccio risbattere in carcere!" Urlò, allontanando l'altro.
"Noooo!!! Tre anni senza di te sono bastati!" Replicò, guardando l'altro con sguardo supplichevole.
Inoo si alzò, avviandosi alla porta "Q-q-quando torniamo a casa, a-a-a-adesso torniamo dagli altri" Disse, facendo ridere l'altro.
"Resto altri cinque minuti, ho bisogno di una boccata d'aria" Disse, volgendo lo sguardo verso la città in lontananza che cominciava ad accendere le luci per difendersi dalla notte.
"Kou-chan..." Cominciò a dire Kei
"mmh?" Rispose l'altro, senza distogliere lo sguardo dal panorama.
"Ti ricordi quando ti dissi 'Ti amo' in una lezione, ma tu mi dicesti di non usare quel tipo di ti amo per una dichiarazione perché destinato alla persona che ami con tutto te stesso e con la quale vuoi passare il resto della tua vita?" Chiese
"Sì, lo ricordo..." Rispose, voltandosi verso l'altro "E' stato anche imbarazzante..." Disse, ricordandosi il momento.
Kei fece un lungo respiro, richiamando tutte le forze.
"Beh, penso che ora posso usarlo, no?" Chiese ancora "Eh?" Rispose l'altro, non capendo cosa intendesse.
"Ti amo" Disse, senza esitazione, fissando gli occhi stupiti di Yabu.
Il silenzio li circondò per qualche minuto
"Io scendo, dico agli altri che resti qui per un po'..." Disse il più piccolo, avviandosi alla porta, ma dovette fermarsi a causa di due braccia che lo circondarono, abbracciandolo stretto da dietro.
"Kei-chan" cominciò a dire Yabu, vicino al suo orecchio "Come pensi che io possa aspettare di andare a casa dopo che mi hai detto ciò?" Chiese, facendo diventare l'altro come un pomodoro e per la prima volta, Kei dovette assecondare il desiderio di Yabu di 'amarsi' in un luogo pubblico, ignari di aver sorpreso (o forse scioccato) un Hikaru-cane che era andato a cercarli.

7 anni prima.

L'anestesia stava prendendo il sopravvento sul suo corpo e la morfina gli impediva di ragionare.
"Dobbiamo rianimarlo!" Ancora quelle voci in lontananza. La sala era inondata di grida, rumori e quel suono continuo fastidioso che non smetteva.
"Dobbiamo estrarlo ora!" Qualcuno vicino a lui gridò, ma non era molto sicuro che fosse vicino, la voce era comunque lontana.
"Ma l'anestesia non ha ancora fatto effetto!" Gridò qualcun altro. Stavano parlando di lui? O di Kei?
Ebbe la risposta quando una voce familiare gli venne vicino "Kota, Kota mi senti?" Chiese, annuì, ma non era sicuro che l'altro l'avesse visto.
"Kota, adesso sentirai un forte dolore, ma passerà subito, resisti" Disse la voce, dopodiché, un dolore immenso gli colpì la schiena. Urlò ed era sicuro di averlo fatto.
Il dolore continuò per qualche secondo, poi si spense, come tutto intorno a lui. Non c'era niente, colore, rumore, tutta la stanchezza lo colpì improvvisamente, finché...
bip...bip...bip...
"E' salvo!" Disse una voce, piena di sollievo.
Kota sorrise, per poi addormentarsi definitivamente.

Quel giorno, Inoo Kei era morto....per 60 secondi.

THE END


Nda: E' conclusa :D (in realtà era finita da un po' di tempo, ma avevo dimenticato di postarla qui ^^) Spero vi sia piaciuta!! :D


Edited by .sSaGO! - 9/11/2012, 21:52
 
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Nelly-chan
view post Posted on 10/11/2012, 11:09




Che bella storia, mi è piaciuta tanto.
Per un momento ho creduto che Inoo fosse morto :cry:
Per fortuna è finito tutto bene :)
 
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.sSaGO!
view post Posted on 12/11/2012, 20:57




:DDDD Sono contenta ti sia piaciuta *v*
 
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Imouto-chan
view post Posted on 15/11/2012, 16:33




Bestia sago sei peggio di una telenovela, ho creduto fino alla fine che stesse per succedere il peggio e poi (magia) tutti felici, contenti e salvi!!! Mamma mia che suspense :woot:
Complimenti per la bravura ^^ Hounto! XD
 
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.sSaGO!
view post Posted on 15/11/2012, 20:49




fiuu XD sono contenta che vi sia piaciuta ^^
 
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jasey humpy
view post Posted on 17/11/2012, 15:00




... Io invece te lo dico e lo ripeto LOL Non è morto abbastanza. Mi hai illuso che fosse Angst. Non ti perdonerò mai! u,u
 
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.sSaGO!
view post Posted on 17/11/2012, 15:19




Angst lo è, per alcuni capitoli, poi tu mi avevi chiesto se sarebbe morto, non per quanto ROFL 60 secondi bastano e avanzano, povero ciccino ç_ç ha sofferto così tantoooo
 
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jasey humpy
view post Posted on 17/11/2012, 16:09




Tu mi hai illuso che sarebbe rimasto morto LOL. ...
Però mi piace il pezzo in cui Chinen ritorna a vedere.
 
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7 replies since 9/11/2012, 21:25   57 views
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